Gianni Grosso, un vero attivista, fino all’ultimo respiro
Ha dedicato più di un decennio della sua vita a combattere per le discriminazioni e i diritti del malato, per l’accesso alle terapie a tutti.
Con cuore e coraggio
UN ABBRACCIO DA CAINO E ADA MOZNICH, A NOME DI TUTTI NOI
Rotolando con Gianni
Ogni nome un uomo ed ogni uomo è solo quello che scoprirà inseguendo le distanze dentro se Quante deviazioni quali direzioni e quali no- prima di restare in equilibrio per un po- Sogno un viaggio morbido, dentro al mio spirito e vado via, vado via, mi vida cosi- sia-
Come la canzone dei Negrita
di Ada Moznich
Le note della canzone dei Negrita mi ricordano il nostro amico Gianni, partito per il suo viaggio eterno. Come la canzone, Gianni, era una persona solare, un uomo che con il suo sorriso e sui profondi occhi azzurri sapeva sdrammatizzare gli eventi e trovarci dentro sempre qualcosa di positivo.
Da Torino era approdato a Lucca per Amore e anche perchè affascinato dalla campagna toscana, a contribuito fin dall’inizio alla crescita del gruppo aumentando la consapevolezza dell’attivismo in campo HIV/AIDS.
Promotore nel suo territorio di gruppi di auto-aiuto e interventi di prevenzione nelle scuole senza dimenticare di tutelare i diritti delle persone sieropositive del luogo.
E’ stato anche Peer-educator nel Progetto IN & OUT in collaborazione con il Ministero della Salute e la Boehringer Ingelheim.
Questo progetto si poneva come obiettivo principale l’incremento del numero degli accessi al test per Hiv all’interno delle carceri, al fine di favorire una più accurata definizione del numero di soggetti sieropositivi ivi residenti e di formulare idonei piani d’intervento in termini di prevenzione e cura.
Progetto di grande successo e adesione grazie anche alle sue capacità che NPS porterà avanti anche per onorare il lavoro da lui svolto. Gianni, da noi fortemente voluto come Vice- Presidente, era una persona al di fuori dell’ordinario, capace di mettere a proprio agio i collaboratori a lui vicini, come una mosca bianca era un valore aggiunto ai lavori svolti dal gruppo, un amico quasi indispensabile e attento ai bisogni di molti.
Lo ringraziamo molto anche se ha lasciato un vuoto nel nostro cuore ma ha riempito gli spazi dei nostri ricordi.
Grazie Gianni di essere stato nostro amico e compagno di viaggio.
da Caino
Non era comprabile ed era poco incline ai compromessi, essere un attivista vuol dire metterci la faccia e il nome, vuol dire manifestare e prendersi responsabilità e rischi per i diritti di tutti, è sempre stato se stesso, sia in una trasmissione televisiva, che dietro uno striscione in prima linea.
Non amava particolarmente i congressi, ma non esitava a manifestare o dire la propria quando necessitava. Con il suo background sviluppò una grande attenzione e sensibilità per gli ultimi, quelli che vengono sempre dopo, che non meritano: i detenuti, i drogati, le prostitute.
Aveva una predilezione per i bambini orfani ed abbandonati dell’Est Europa – specie per quelli che vivono sotto i tombini di Bucarest – aveva spesso un pensiero per i tossicomani ucraini (ignari di quanto gli aspetti!) e si rodeva l’anima ogni volta che parlavamo di condizioni carcerarie e di detenuti, dell’importanza della prevenzione dell’informazione e delle cure all’interno dei nostri istituti di pena.
Non ha avuto una vita facile, ha convissuto per metà della sua vita con la morte a braccetto, sopravvivendo facendo progetti settimanali… specie durante lo sterminio degli anni 80. (L’aspettativa di vita d’un tempo non era rosea com’è l’odierna, e se è migliorata, oltre che merito della vitale ricerca, amo personalmente pensare che sia anche per il piccolissimo contributo di gente come Lui, che dal basso e con le sue sole forze ha combattuto e spinto perchè ciò avvenisse).
Ha sentito il dovere e il diritto di battersi per le ingiustizie che attanagliano tutto il mondo del disagio, della malattia. Non ha mai pensato solo al suo culo.
Non è stato semplice, molte volte ci si è trovati in paesi ostili (come anni fa a Varsavia) dove si è rasentato il dramma per le contestazioni alla first lady che trattava i sieropositivi polacchi come carne da cannone, altre ci si è trovati in condizioni scomode e difficili, in molti congressi abbiamo blindato stand di case farmaceutiche per motivi sacrosanti, mai una violenza, ma sempre fermamente in trincea senza paura.
Ho avuto il privilegio di essergli spesso a fianco e di essere stato uno dei suoi migliori amici, aveva un grande cuore e un pensiero per tutti, abbiamo condiviso molte gioie e molti dolori, ci siamo fatti tante grasse risate e tante lungimiranti riflessioni sulla morte, ci siamo divisi la pioggia e il sole, il pianto e la rabbia, sempre insieme.
Siamo e restiamo un gruppo cazzuto, unito, ma mi mancherà un pezzo di me, di noi, della nostra identità.
Cristallizzo nella mia anima un’epopea di grandi battaglie ed amicizia, di sensazioni forti, di voglia di vivere.
Ha combattuto fino ed oltre la fine. Le ultime parole che mi rivolse furono –vai tranquillo frè, …agguanto.- Vidi in quegli occhi azzurri e vispi il guerriero di sempre, …fino ai resti.
Nell’ultima telefonata, se pur stremato, non perse occasione di parafrasare Alan Ford (il nostro fumetto preferito), segno che era ancora lucido e pieno d’ironia, nonostante tutto.
Un grande. E’ andato via bene, col sorriso sul viso, da vincente, attorniato dall’amore della sua ineguagliabile compagna di sempre e dei suoi amici.
Lo abbiamo accompagnato fino all’ultima dimora… dove non mancherà mai un fiore, una lacrima, un ricordo.
Adesso restano i vivi a combattere e proseguire la battaglia, a continuare anche il suo lavoro, i suoi sogni.
Sarà il nostro Referente dall’Ave. Con un sorriso sulle labbra lo penso amabilmente disquisire con Papa Giovanni Paolo II (che ha conosciuto) sulla qualità della vita.
Ciao Barabba, in attesa dell’inevitabile, conserva un posto alla tua tavola anche per me, compagno di mille battaglie